Bologna centro storico – Itinerario alla scoperta dei portici


 

Bologna è la città più porticata al mondo e i suoi portici costituiscono un patrimonio culturale architettonico unico, tanto da essere entrati nella lista dei patrimoni Unesco nel luglio 2021. La lunghezza dei portici supera i 38 km solo nel centro storico.

Come sono nati i portici di Bologna?

I portici di Bologna nacquero in maniera pressoché spontanea, nella seconda metà dell’XI secolo, per aumentare gli spazi abitativi. In un primo periodo si aumentò la cubatura delle case con la creazione di sporti in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti del solaio che, in caso di forte sporgenza, erano sostenuti da saettoni diagonali in legno di quercia infissi nel muro. In seguito, il legno fu sostituito dalla muratura e furono realizzate mensole dette “beccadelli”. Con il tempo gli sporti aumentarono in grandezza e fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso perché non crollassero, creando così i portici.

I portici offrivano riparo dalle intemperie e dal sole, permettendo di percorrere le strade con qualsiasi condizione atmosferica. Inoltre, favorirono l’espansione di attività commerciali e artigiane, oltre a rendere i pianterreni più abitabili e un luogo di socialità. 

Visto l’aumento della popolazione in città, dovuta alla presenza dell’Università e alla forte migrazione dalle campagne, nel 1288 il Comune di Bologna fu costretto a intervenire per disciplinare questa pratica edilizia.
Fu quindi stabilito l’obbligo di costruire un portico in muratura per ogni abitazione, seguendo dettami tecnici ben precisi: dovevano essere alti e larghi almeno 2,66 metri per permettere il transito di un uomo a cavallo, e i banchi degli artigiani e dei venditori non dovevano impedire il libero passaggio.
Non tutti rispettarono queste normative, soprattutto nei quartieri più poveri, come attestano i verbali dell’epoca e come rilevano ancora oggi i portici con le loro forme e dimensioni differenti.
Più tardi, successivi statuti, come quello del 1352, imposero per i nuovi edifici un’altezza e una profondità maggiore di 3,60 metri e tutta una serie di regole che ancora oggi sono rispettate.

Portici medievali lignei

Risalenti al XIII secolo:

  • Casa Isolani, Strada Maggiore (oltre 9 metri).
    Sotto il portico di Casa Isolani e guardando in alto, s’intravedono, conficcate nelle travi, le tre “frecce”, che hanno alimentato le più note leggende della storia bolognese (è uno dei “7 segreti di Bologna”). In realtà le frecce sono semplicemente canne, incollate lì da qualche studente per fare uno scherzo all’architetto Faccioli, che nel 1877 stava restaurando Casa Isolani.
  • Palazzo Grassi e case Boncompagni, via Marsala.
  • Casa Rampionesi, via del Carro.

Via del Carro, Casa Rampionesi

Risalenti al XIV secolo:

  • Casa Azzoguidi-Rubini, via S. Nicolò.
  • Casa Seracchioli, via S. Stefano.

S. Stefano

  • Ex orfanotrofio, via Begatto.

Begatto

Risalente al XIV secolo:

  • Via de’ Gombruti 17.

De' Gombruti

Altri portici medievali

Strada porticata di Santa Caterina

Trovo questa strada incantevole. Ha l’aria di borgata, con le sue casette colorate e irregolari, come i suoi portici, privi di arcate e strutturate con travi e architravi di legno.

Nella vicina via Senzanome si trova il portico più stretto della città, largo appena 95 cm.
In origine si chiamava via Sozzonome (non se ne conosce il vero motivo e sono state formulate varie leggende…). Nel 1874 fu rinominata via Senzanome.

Via Senzanome

I beccadelli

Un’altra novità costruttiva del Trecento furono i beccadelli, dei semiportici senza colonna.

Alcuni esempi:

  • Casa Berò, via Rolandino.

Via Rolandino 1

  • Palazzo d’Accursio (facciata posteriore), via Venezian.
  • Palazzo Ghisilardi-Fava (Museo Civico Medievale di Bologna), via Manzoni.
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  • Via de’ Foscherari.

Via de' Foscherari 3

  • Via de’ Toschi.

via de' Toschi

Portici rinascimentali

  • Il portico Palazzo arcivescovile in via Altabella, con un loggiato che sfiora i 10 metri, è il più alto e antico portico in muratura della città (1293).

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  • Il quadriportico della basilica di S. Maria dei Servi in strada Maggiore, progettato a fine Trecento, il più largo della città.

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  • Il portico laterale della chiesa di S. Giacomo in via Zamboni (1477-1480) voluto da Giovanni II Bentivoglio, e il maestoso portico cinquecentesco di palazzo Malvezzi de’ Medici.
  • I portici di palazzo Bolognini-Isolani e delle Case Beccadelli, piazza Santo Stefano.
  • Il portico del palazzo del Podestà, in piazza Maggiore, dove tra il 1472 e il 1494 l’architetto Aristotile Fioravanti creò i pilastroni ornati da formelle, ognuna diversa dall’altra.

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  • Il portico “dei Bastardini” (Ospedale degli Innocenti), in via d’Azeglio, chiamato così perché sotto le volte ebbe sede l’orfanotrofio fino al 1797. Sotto il porticato una statua di ferro battuto con sembianze diaboliche e femminili osserva minaccioso i passanti. La “diavolessa” bolognese fu collocata all’ingresso dell’ex orfanotrofio per indurre al ripensamento i genitori che si accingevano ad abbandonare i loro neonati.

Nella seconda metà del Cinquecento nascono molte vie porticate: come il portico che sovrasta l’ingresso della chiesa di S. Bartolomeo in strada Maggiore; il loggiato di Palazzo del Monte-Gaudenzi all’inizio di via Galliera e lo splendido portico dell’Archiginnasio, (139 metri e 30 arcate), realizzato dal Terribilia nel 1563, noto come “Pavaglione”.

Alla fine del XIX secolo, furono realizzati gli eleganti portici di piazza Cavour e via Farini.

Il portico di San Luca

Fuori dal centro città, portico più famoso e più lungo della città e del mondo (3,796 m.), che conduce al Santuario della Madonna di S. Luca.

Vedi nostro precedente articolo dedicato al Santuario di San Luca

I portici nella lista UNESCO

  • Portici di piazza Santo Stefano (XII secolo) – (vedi foto sopra).
  • Portici trionfali di Strada Maggiore – (vedi foto sopra).
  • Portici accademici di via Zamboni (XVIII secolo).
  • Portici commerciali del Pavaglione e piazza Maggiore (XV secolo) .
  • Portici di piazza Cavour e via Farini (XIX secolo). Le grottesche rosse a sfondo bianco decorano questi portici di palazzi borghesi di fine Ottocento.Portico Piazza Minghetti
  • Strada porticata di via Galliera (XV-XVI secolo).

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  • Portici del Baraccano (XV secolo). Le arcate di via Santo Stefano portano sino al santuario della Madonna del Baraccano (XVI secolo), alla destra del porticato e attraverso un ampio loggiato.
  • Strada porticata di Santa Caterina (esistente già nel 1296). Vicino alla chiesa di Santa Caterina di via Saragozza, faceva parte del quartiere popolare di Bologna. Menzionata come “Pizaimorti” nel Medioevo, forse a causa di una terribile pestilenza che decimò l’intero quartiere – (vedi foto sopra).
  • Edificio porticato del Mambo (1917). L’ex Forno del pane fu voluto da Francesco Zanardi, primo sindaco socialista della città, per bloccare le speculazioni del primo conflitto mondiale sull’alimento base per il sostentamento umano.

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  • Portico devozionale di San Luca (1194–1765). Una salita che riporta sino al santuario della Madonna la cui icona, secondo una leggenda, è stata dipinta dall’apostolo Luca. Con la sua costruzione ebbe origine il rito del passamano: il 17 ottobre 1677 si rese necessario trasportare i materiali attraverso una lunga catena umana composta da tutti i cittadini bolognesi che accorsero per portare il loro aiuto – (vedi foto sopra).
  • Portico di San Luca, dall’Arco Bonaccorsi al Meloncello (XVII secolo).
  • Portico della Certosa (XIX secolo). Realizzato dall’architetto Ercole Gasparini, che decise di collegare l’Arco del Meloncello al cimitero extraurbano della Certosa.

Portico della Certosa

 

  • Portici della Certosa (parte monumentale) (XIX secolo).
  • Edificio porticato del Quartiere Barca (XX secolo). Costruito dopo il secondo conflitto mondiale con funzione residenziale, è uno dei quartieri popolari della città.

Quartiere Barca, Bologna

Altri portici

Le pavimentazioni dei portici

Il pavimento alla veneziana affonda le sue radici nella scuola romana del mosaico e contraddistingue Bologna per l’originalità e la tipicità. 

Il 90% della pavimentazione dei portici bolognesi è stata realizzata con questa antica arte.

I pavimenti dei portici medievali in legno furono spesso realizzati con mattoni in cotto.

Altri pavimenti sono stati realizzati con grandi blocchi o lastre di pietra (rocce magmatiche).

I pavimenti degli eleganti portici del XIX secolo furono rivestiti in  marmo, realizzando motivi geometri differenti.

 

Gli itinerari di Barbara


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I portici di Bologna

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