Monumenti e statue che adornano Bologna


A questo monumento simbolo della nostra città abbiamo dedicato il seguente articolo:

Il monumento dedicato a Luigi Galvani, noto studioso bolognese conosciuto prevalentemente per aver scoperto l’elettricità biologica, fu realizzato in marmo dallo scultore Adalberto Cencetti e collocato il 9 novembre 1879 nell’omonima piazza davanti al Palazzo dell’Archiginnasio.

La statua di Marco Minghetti, statista bolognese ed ex Ministro delle Finanze, realizzata in bronzo da Giulio Monteverde nel 1896, si trova nella omonima piazza.

A metà di Via Indipendenza, si trova il  Monumento equestre eretto in memoria di Giuseppe Garibaldi, realizzato in bronzo da Arnaldo Zocchi nel 1900.

All’ingresso del Parco della Montagnola, in piazza VIII Agosto, si trova il monumento ai caduti dell’8 agosto 1848, conosciuto anche come il Popolano. È una statua bronzea di Pasquale Rizzoli datata 1903, che venne modellata in ricordo del giorno in cui il popolo bolognese cacciò gli Austriaci dalla città dopo un conflitto a fuoco.

Ugo Bassi, sacerdote barnabita e patriota, pur nella sua visione saldamente cristiana, era amato e conosciuto per le sue idee liberali che animarono Bologna durante i moti di liberazione dagli Austriaci. Era legato da profonda amicizia agli uomini della Giovine Italia e della massoneria, tra i quali Giuseppe Garibaldi. La statua bronzea è stata realizzata dallo scultore Carlo Parmeggiani nel 1888 e si trova in via Ugo Bassi.

Il 4 ottobre 2001 la statua del Santo Patrono di Bologna, realizzata in marmo nel 1682 da Gabriele Brunelli, dopo essere stata conservata nella basilica di San Petronio per oltre un secolo (fin dal 1871), è stata ricollocata sotto le Due Torri, luogo ad essa destinato già dalla fine del XVII secolo.

La fontana del Pincio fa parte della Scalinata del Pincio, un’opera scenografica e monumentale situata all’ingresso del giardino della Montagnola in piazza XX settembre. L’opera fu inaugurata nel 1896 da Re Umberto I di Savoia e dalla Regina Margherita e prese nome dal Pincio di Roma, per celebrare Roma che da pochi anni era diventata capitale d’Italia.

Eseguita in marmo da Diego Sarti (1859-1914) e Pietro Veronesi, su disegno di Muggia e Azzolini, rappresenta una ninfa assalita da una piovra. Sarà chiamata volgarmente “la moglie del Gigante”, cioè del Nettuno.

In piazza San Domenico, accanto alla omonima chiesa, sono presenti due colonne sormontate da statue. La prima si trova nella parte posteriore della piazza e sorregge una Madonna, opera in bronzo di Giulio Cesare Conventi (Madonna del Rosario, 1632), che commemora la fine della epidemia di peste che in quegli anni afflisse la città, mentre la seconda è nella parte anteriore e sorregge la statua in bronzo di San Domenico.

Sulla facciata del Palazzo Comunale si trova la statua bronzea di Gregorio XIII (realizzata da Alessandro Menganti nel 1580), papa bolognese noto per la riforma del calendario poi adottato in tutta Europa. L’iscrizione riporta il nome di San Petronio. Fu uno stratagemma che i bolognesi progettarono per proteggere la statua dalla furia distruttiva e dalle razzie di Napoleone, determinato a far decadere il governo Pontificio.

Nel 1988 fu inaugurato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, “primo soldato del Risorgimento”, opera in bronzo di Giulio Monteverde (1837-1917), e fu collocato al centro di piazza Maggiore, intitolata al re dal 1859.

Nel 1944, con l’avvento della Repubblica Sociale, il monumento sarà trasferito, in ostilità ai Savoia, all’ingresso di porta Santo Stefano dei Giardini Margherita.

Il 10 luglio 2021 è stata inaugurata una statua dedicata a Lucio Dalla. La scultura raffigura il cantautore bolognese seduto su una panchina con lo sguardo rivolto verso la sua casa natale situata in piazza Cavour, dove ha vissuto per 29 anni, quella che Lucio definiva “Piazza Grande” con i suoi occhi di bambino, e che ha ispirato la scrittura della famosa canzone.  

La statua, realizzata dallo scultore Antonello Paladino con la collaborazione della scultrice Simona Ragazzi, è stata donata al Comune di Bologna da Lino Zaccanti, cugino ed erede del musicista, che ha curato la posa dell’opera approvata dalla Soprintendenza.

In piazza Malpighi si erge la colonna dell’Immacolata, in cima alla quale è posta una statua della Madonna in rame, realizzata nel 1638 da Giovanni Tedeschi su disegno di Guido Reni. 

Sotto il portico “dei Bastardini” (ex Ospedale degli Innocenti) in via d’Azeglio, chiamato così perché sotto le volte ebbe sede l’orfanotrofio fino al 1797, fu collocata una statua di ferro battuto con sembianze diaboliche e femminili che osserva minacciosa i passanti. La “diavolessa” bolognese fu collocata all’ingresso dell’ex orfanotrofio per indurre al ripensamento i genitori che si accingevano ad abbandonare i loro neonati.

Si tratta della copia del diavolo in bronzo del Giambologna (Jean de Boulogne, 1529-1608), il cui originale è a Firenze presso Palazzo Vecchio.

Il portale di Palazzo Davia Bargellini (1658), in strada Maggiore, è caratterizzato dalle grandiose figure in arenaria dei telamoni: la figura di destra è opera di Gabriele Brunelli, quella di sinistra del suo allievo Francesco Agnesini.

In città abbiamo altre innumerevoli opere in terracotta a cui ho dedicato il seguente articolo:

Barbara Zoli


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