Il museo fu fondato nel 1936 ed è ospitato nelle sale di palazzo d’Accursio, abitate fino al 1859 dal legato pontificio.
Le opere provengono da donazioni di dipinti, mobili, arredi e suppellettili pervenute al Comune di Bologna nel corso dell’Ottocento e nel primo Novecento. In particolare, si segnalano le opere provenienti da due importanti collezioni d’artista, Pelagio Palagi e Cincinnato Baruzzi, nonché quelle da collezioni nel campo delle arti applicate e dell’arredo (eredità Pepoli e Rusconi).
Percorriamo le sale e ci soffermiamo davanti alle opere più significative.
Gli automi della torre di Palazzo d’Accursio (un angelo che suona la tromba e i tre Re Magi), scorrevano sotto il quadrante dell’orologio lungo un corridoio sporgente in pietra a forma di emiciclo. Le quattro statuine mobili, scolpite in legno e alte poco più di un metro, erano dipinte a colori e oro. Il carosello è rimasto in funzione fra il 1451 e il 1796.


La Sala Urbana o Sala degli Stemmi, venne fatta costruire nel 1630 dal legato pontificio Bernardino Spada che la dedicò a Urbano VIII, il papa che lo aveva reso cardinale. Sulle 4 pareti sono stati dipinti 188 stemmi, allineati su quattro file. Sono le insegne araldiche di legati, governatori e amministratori del governo pontificio fra il 1327 e il 1744.


Sotto la volta affrescata della Galleria Vidoniana, l’importante collezione di tele di soggetto mitologico e allegorico eseguite da Donato Creti fra il 1713 e il 1723.


Proseguendo il percorso museale, entriamo nella sala dove sono custodite varie croci e dipinti su tavola, tra i quali spiccano le tavole di Vitale da Bologna e Jacopo di Paolo.







Ci soffermiamo a osservare alcuni importanti dipinti del Cinquecento, opere emiliane (e di altre scuole) del Seicento e dipinti del periodo Neoclassico.







Dalle sale del museo si gode una bellissima veduta su Palazzo Re Enzo e sulle Due Torri.

Splendida la scultura in terracotta patinata di Antonio Canova.

A Pelagio Palagi, artista nel campo della pittura, della progettazione di interni e collezionista di ampia cultura, è dedicata dal maggio 2004 una nuova sezione ricca di opere.

Uno dei grandi capolavori del museo è il dipinto “Ruth nel campo di Booz” di Francesco Hayez. È un dipinto romantico che si ispira alla vicenda dell’eroina biblica.

Nelle prime sale intitolate a Pier Ignazio Rusconi, è stata ricreata l’atmosfera delle dimore del XVIII secolo, con arredi, porcellane e suppellettili.

La statua del cane Tago

Fu commissionata nel 1777 all’artista forlivese Luigi Acquisti dal marchese Tommaso de’ Buoi per celebrare la fedeltà del proprio cane di razza Weimaraner il quale, per la gioia di veder rincasare il padrone dopo una lunga assenza, si sporse dal davanzale della finestra fino a cadere e quindi morire.
La statua di terracotta è stata per oltre 200 anni proprio sulla finestra di Casa de’ Buoi, nel cortile interno del numero 24 di via Oberdan. Dopo un accurato restauro del 2008, la statua è stata collocata presso le Collezioni Comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio.
La Sala Boschereccia, realizzata da Valliani e Martinelli (inizi XIX sec.), è una fra le più suggestive “stanze paese” largamente diffuse nella Bologna napoleonica, dove le pareti si aprono illusionisticamente su verdi spazi.


Al centro della sala la bellissima scultura di Apollino, opera giovanile di Antonio Canova, realizzata a Roma nel 1797 (attualmente in fase di restauro).

È la raffigurazione del giovane Apollo, dio della luce solare e della poesia, mentre esulta dopo aver sconfitto il mitico serpente Pitone.
Con lo stesso biglietto d’ingresso è possibile salire in cima alla Torre dell’Orologio da cui si ammira una splendida veduta su Piazza Maggiore.




Barbara Zoli
Un sentito ringraziamento a Paolo Cova, Storico dell’Arte e Referente per i Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, che mi ha accompagnato nella visita alle Collezioni Comunali d’Arte.
“Courtesy Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica”.
Link interni:
Bologna centro storico – Itinerario attorno a Piazza Maggiore
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