La polka chinata (in dialetto “a chinéin”) è una disciplina che appartiene al ballo liscio filuzziano(*)
ballata da soli uomini e tipica della città di Bologna.
Nel secondo dopoguerra la Filuzzi era il passatempo dei bolognesi che, dopo 5 anni di guerra e di disastrosi bombardamenti, di fatiche e di miseria, volevano tornare alla vita. Nonostante i tempi difficili, in città ci si metteva a ballare, ovunque capitasse, accompagnati da un semplice organino e da una chitarra.
Mancavano però le donne, che non frequentavano ancora le balere, e gli uomini erano costretti a ballare tra di loro. La maggiore potenza fisica e l’energia permisero di creare delle variazioni ai balli della tradizione, con piroette e figure acrobatiche. Nella polka inventarono la possibilità di ballarla chinata, cioè portandosi in tale posizione durante il caratteristico frullone, una serie di giri in pivot rigorosamente effettuati a sinistra, che chiudeva ogni porzione del brano musicale, mantenendo comunque inalterate le figure tipiche del ballo di coppia tra uomo e donna.
Sul finire degli anni ’40 si organizzavano vere e proprie competizioni di polka chinata, sia nelle sale da ballo che sotto i portici bolognesi, anche se le pavimentazioni non sempre erano delle migliori!
I protagonisti
Leonildo Marcheselli, detto “Nildo”, è stato il più importante esponente della Filuzzi. Animò per oltre 30 anni le sale da ballo e le feste bolognesi, continuando a scrivere e suonare nuove melodie musicali.
Antonio Clemente e Loris Brini, entrambi di Ozzano, sono due degli ultimi quattro ballerini (insieme ad Alessandro Poli e Alessandro Lenzi) di questo antico ballo petroniano a rischio di estinzione, che meriterebbe di essere lasciato in eredità non solo ai cittadini bolognesi ma all’Italia intera.
Piazza del Nettuno di Bologna, 2019
Antonio e Loris hanno partecipato a diverse trasmissioni televisive, ricevendo vari riconoscimenti artistici (I Raccomandati, Scalo 76 Talent, Blob, Italia’s Got Talent, Sanremo) e nel mondo del cinema.
Analogie con il tango argentino
Esiste un’analogia incredibile tra la storia del nostro liscio bolognese e il tango argentino. Infatti, alla stregua del nostro folklore, anche il tango argentino ebbe i suoi natali esclusivamente tra uomini, nei bassifondi della città di Buenos Aires perché, a causa dell’immigrazione prettamente maschile (dall’ Europa verso l’Argentina), la popolazione della città, nel 1860, era costituita per il 70% da uomini, i quali erano costretti a praticare e a ballare tra loro.
Enrique y Guillermo de Fazio, ‘Los Hermanos Macana” ballano un tango.
Enrique y Guillermo de Fazio, ‘Los Hermanos Macana” ballano una milonga.
Agli inizi del ‘900, a Bologna, si ballava, sempre tra uomini, un particolarissimo “tango alla Filuzzi”.
Barbara Zoli
(*) La Filuzzi è l’interpretazione, fatta a Bologna e nella sua provincia, degli stili musicali e coreutici del ballo liscio e nasce, come tutti i lisci italiani, dalla contaminazione dei nuovi balli di provenienza centro-europea (mazurka, valzer e polka) con i balli tradizionali preesistenti.
Il ballo liscio filuzziano, nato alle origini come ballo tra uomini (fenomeno comune anche ad altre grandi città nel periodo a cavallo tra l’otto e il novecento), si differenzia da tutte le altre forme di liscio (folk romagnolo, liscio tradizionale piemontese).
Link esterni:
Il ballo liscio in Emilia Romagna e il fenomeno bolognese della Filuzzi
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