La polka chinata bolognese


La polka chinata (in dialetto “a chinéin”) è una disciplina che appartiene al ballo liscio filuzziano(*) ballata da soli uomini e tipica della città di Bologna. 

Nel secondo dopoguerra la Filuzzi era il passatempo dei bolognesi che, dopo 5 anni di guerra e di disastrosi bombardamenti, di fatiche e di miseria, volevano tornare alla vita. Nonostante i tempi difficili, in città ci si metteva a ballare, ovunque capitasse, accompagnati da un semplice organino e da una chitarra. 

Mancavano però le donne, che non frequentavano ancora le balere, e gli uomini erano costretti a ballare tra di loro. La maggiore potenza fisica e l’energia permisero di creare delle variazioni ai balli della tradizione, con piroette e figure acrobatiche. Nella polka inventarono la possibilità di ballarla chinata, cioè portandosi in tale posizione durante il caratteristico frullone, una serie di giri in pivot rigorosamente effettuati a sinistra, che chiudeva ogni porzione del brano musicale, mantenendo comunque inalterate le figure tipiche del ballo di coppia tra uomo e donna. 

Sul finire degli anni ’40 si organizzavano vere e proprie competizioni di polka chinata, sia nelle sale da ballo che sotto i portici bolognesi, anche se le pavimentazioni non sempre erano delle migliori! 

I protagonisti

Leonildo Marcheselli, detto “Nildo”, è stato il più importante esponente della Filuzzi. Animò per oltre 30 anni le sale da ballo e le feste bolognesi, continuando a scrivere e suonare nuove melodie musicali.

Antonio Clemente e Loris Brini, entrambi di Ozzano, sono due degli ultimi quattro ballerini (insieme ad Alessandro Poli e Alessandro Lenzi) di questo antico ballo petroniano a rischio di estinzione, che meriterebbe di essere lasciato in eredità non solo ai cittadini bolognesi ma all’Italia intera.

Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, 2016
Via Rizzoli, 2013

Piazza del Nettuno di Bologna, 2019

Antonio e Loris hanno partecipato a diverse trasmissioni televisive, ricevendo vari riconoscimenti artistici (I Raccomandati, Scalo 76 Talent, Blob, Italia’s Got Talent, Sanremo) e nel mondo del cinema. 

Analogie con il tango argentino                    

Esiste un’analogia incredibile tra la storia del nostro liscio bolognese e il tango argentino. Infatti, alla stregua del nostro folklore, anche il tango argentino ebbe i suoi natali esclusivamente tra uomini, nei bassifondi della città di Buenos Aires perché, a causa dell’immigrazione prettamente maschile (dall’ Europa verso l’Argentina), la popolazione della città, nel 1860, era costituita per il 70% da uomini, i quali erano costretti a praticare e a ballare tra loro.

Enrique y Guillermo de Fazio, ‘Los Hermanos Macana” ballano un tango.

Enrique y Guillermo de Fazio, ‘Los Hermanos Macana” ballano una milonga.

Agli inizi del ‘900, a Bologna, si ballava, sempre tra uomini, un particolarissimo “tango alla Filuzzi”.

Barbara Zoli


(*) La Filuzzi è l’interpretazione, fatta a Bologna e nella sua provincia, degli stili musicali e coreutici del ballo liscio e nasce, come tutti i lisci italiani, dalla contaminazione dei nuovi balli di provenienza centro-europea (mazurka, valzer e polka) con i balli tradizionali preesistenti.

Il ballo liscio filuzziano, nato alle origini come ballo tra uomini (fenomeno comune anche ad altre grandi città nel periodo a cavallo tra l’otto e il novecento), si differenzia da tutte le altre forme di liscio (folk romagnololiscio tradizionale piemontese).


Link esterni:

Il ballo liscio in Emilia Romagna e il fenomeno bolognese della Filuzzi

Leonildo Marcheselli

Categorie:Cinema, Teatro e Danza, Personaggi e CulturaTag:

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