I cappellacci di zucca ferraresi Igp
I cappellacci di zucca si inseriscono nell’antica e popolare tradizione culinaria di paste ripiene dell’Italia settentrionale.
I cappellacci di zucca ferraresi Igp hanno forma tondeggiante e ripiegata, a imitazione del tipico cappello di paglia dei contadini, in dialetto “caplàz”.
Il sapore è caratterizzato dal contrasto tra il dolce della zucca gialla (zucca violina), il salato del formaggio Grana e l’aroma della noce moscata.
Sono ottimi conditi semplicemente con burro fuso, salvia e una spolverata di Parmigiano Reggiano e accompagnati da un buon bicchiere di vino, per esempio un Albana di Romagna DOP.
Coppia ferrarese Igp
La coppia ferrarese è un prodotto di panetteria ottenuto con farina di grano tenero tipo 0, acqua, strutto, olio extravergine di oliva, lievito naturale madre, sale alimentare, malto.
Detta anche “Ciupeta“ in ferrarese, ha una particolare forma a nastro costituita dall’incrocio di due pezzi di pasta che si uniscono in un nodo centrale da cui partono quattro “corna” le cui estremità sono dette “crostini”.
Per la sua consistenza secca e croccante, la coppia ferrarese è ideale per accompagnare i salumi tipici della gastronomia ferrarese. Il suo cuore morbido lo rende inoltre adatto a raccogliere gli intingoli e i brodetti.
Se camminate per Ferrara, la mattina presto, è impossibile resistere alla tentazione di entrare in un forno e assaporare la fragranza della coppia appena sfornata!

La coppia ferrarese
Salama da sugo Igp
La salama da Sugo IGP è un prodotto di salumeria costituito da una miscela di carni suine aromatizzate e insaccate nella vescica naturale del suino. Il prodotto, previa stagionatura, può essere commercializzato come prodotto crudo (richiede dalle 4 alle 7 ore di cottura), o come prodotto cotto.
La salama da sugo si prepara partendo dalle parti povere del maiale (coppa, collo, guanciale, pancetta, lingua e fegato) che vengono macinate e impastate con aromi (sale, pepe, aglio, cannella, chiodi di garofano e noce moscata) e vino rosso.
L’impasto viene quindi insaccato in budelli naturali di suino, e poi legato in cima a formare una grande pera con otto spicchi. Le salamine da sugo vengono poi messe a stagionare per un periodo minimo di 6 mesi e massimo di 24 mesi.
Il sapore della salama da sugo è molto particolare, da palati robusti. Molto speziata e aromatica, ricorda quasi un piatto orientale, è acidula e al tempo stesso grassa, e molto sapida. Va smorzata con qualcosa di dolce e delicato, come, appunto, la zucca o la patata e abbinata a vini rossi corposi.
La salamina ferrarese cotta può essere tagliata a fette o a spicchi per essere consumata calda, o rimuovendo la parte superiore ed estraendo la carne con un cucchiaio.
È solitamente accompagnata da abbondante purè di patate, che ha la doppia funzione di ottimo contorno e componente necessario alla diluizione del sapore intenso della salama. Un cucchiaio del sugo rosso che esce nel taglio può essere infine recuperato e versato sul purè, dove è stata collocata la fetta di salamina. Altri contorni consigliati sono un cremoso purè di zucca o una crema di fagioli.
Pampapato o Pampepato di Ferrara Igp
Il Pampapato di Ferrara Igp è un dolce tipico delle festività natalizie, a forma di zuccotto, ricoperto con cioccolato fondente.
La presenza delle spezie (in particolare noce moscata e cannella) e la copertura di cioccolato fondente caratterizzano il gusto.
Per l’impasto occorre: farina di grano tenero tipo 0, scorze candite di arancia e limone, mandorle tostate dolci, zucchero, cacao amaro in polvere, noce moscata e cannella, lievito e acqua. Per la copertura è utilizzato il cioccolato fondente extra. È uno dei pochi dolci senza grassi: niente latte, olio o burro.
L’origine del nome pampapato/pampepato è controversa. Nel primo caso, c’è chi sostiene abbia assunto questo nome dopo la presa dei domini ferraresi da parte dello Stato della Chiesa e che, in onore del Papa, si sia voluto attribuire al termine il significato di pan del Papa.
Altri preferiscono invece associare il nome di pampepato (da panpepato) alle spezie che originariamente lo componevano e che lo compongono in parte ancora oggi.
La rubrica di gastronomia di Barbara
Link esterni:
I cappellacci di zucca (parte 1)
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