L’appennino bolognese e il Parco del Corno alle Scale


Questo itinerario può essere la prosecuzione dei due precedenti dedicati alla Valle del Reno.

Gaggio Montano

Nel cuore antico di Gaggio Montano, arroccato sul Sasso di Rocca, simbolo del paese, sorge l’unico faro in montagna d’Italia. Si tratta del Faro dei Caduti della Montagna, costruito nel 1952 in onore dei Caduti di tutte le guerre.

Prima della costruzione del Faro, sulla sommità del grande blocco ofiolitico, sorgeva un piccolo edificio con orologio a campana.
Oggi il Faro non è solo un monumento storico, ma è divenuto per il paese e il territorio un importante punto turistico. Qui, infatti, si gode di un incantevole panorama sul paesaggio appenninico circostante fatto di piccoli borghi, campanili, prati, pascoli e cime montuose.

Il Parco Regionale del Corno alle Scale

Santuario della Madonna dell’Acero

Il santuario è splendido, in completa armonia con l’ambiente circostante:  misura circa 26 m. per 13 m. nel transetto, dove le due cappelle formano la croce latina.

La costruzione più antica è la parte vicina al campanile: qui il pavimento è rialzato rispetto al resto. Nel corso del XVII e del XVIII secolo furono aggiunte le altre parti e il campanile, fino alla forma attuale.

Vicino al Santuario potrete ammirare l’acero secolare, dove si dice sia apparsa la Madonna. Purtroppo mostra notevoli segni di sofferenza nonostante i molti sforzi per salvarlo.

Cascate del Dardagna

Il sentiero che porta alle cascate del Dardagna (sentiero delle sette cascate) si può suddividere in due “tronchi”. Il primo (santuario di Madonna dell’Acero – ultima cascata) è facile e adatto a tutti, il secondo (ultima cascata – Laghetto del Cavone) è di media difficoltà.

Alle spalle del santuario parte il sentiero CAI 331, un comodo e largo percorso che vi porterà ad ammirare la potenza della cascata. Questa prima parte è adatta a tutti. A questo punto potete decidere se tornare indietro per lo stesso percorso o continuare a salire verso il Corno alle Scale.

Per proseguire dovete prendere il sentiero CAI 333, che si arrampica nella faggeta. Il sentiero presenta punti ripidi, anche se addolciti da scale e corrimano. Lo spettacolo offerto dalle cascate è davvero unico: il Dardagna compie sette sbalzi, e il sentiero li costeggia tutti.

Per arrivare fino al Cavone, all’incrocio dopo l’ultima cascata dovrete girare bruscamente a sinistra per il sentiero CAI 337. Quest’ultimo tratto vi porterà nei pressi del laghetto del Cavone. Da qui dovrete scendere per la strada provinciale asfaltata fino a Madonna dell’Acero.

Durata: Facile: circa 1,5 h. – Medio: circa 3,5 h.

Lago Scaffaiolo

Il lago Scaffaiolo si trova a circa 1850 metri, vicino alla vetta del Monte Cupolino, cima che fa parte del comprensorio del Corno alle Scale (1945 m s.l.m.).

Questo piccolo specchio d’acqua offre un panorama spettacolare ed è raggiungibile a piedi. Nei pressi del lago si trova il rifugio Duca degli Abruzzi, dove è possibile gustare piatti tipici montanari. Si tratta del più antico rifugio dell’Appennino Tosco-Emiliano, inaugurato nel 1887.

Il paesaggio circostante è caratterizzato da pascoli erbosi e da ampie brughiere di mirtillo. In agosto i frutti sono maturi ed è possibile raccoglierli rispettando la regolamentazione. Questo luogo raggiunge un fascino indescrivibile in autunno, quando la brughiera si colora di rosso intenso.

Percorso facile
Si prende la seggiovia del Cavone che, in due tronconi (Cavone-Rocce e Rocce-Corno alle Scale), porta alla Croce alta 15 metri, posta sulla sommità del Corno. Da lì, si imbocca il sentiero CAI 129 che va verso il Passo dello Strofinatoio e poi si percorre il bel tratto panoramico CAI 00 che porta al Lago Scaffaiolo. Da qui, dopo una doverosa sosta sulle sue sponde e, perché no, un piccolo ristoro al Rifugio Duca degli Abruzzi, ci si incammina lungo il sentiero CAI 329 che riporta al Cavone. La seggiovia dura circa mezz’ora; da lì allo Scaffaiolo serve un’altra oretta.

Percorso medio
Si parte dal Cavone, che ci si lascia a sinistra, e si imbocca il sentiero CAI 335 su per il bosco. Dopo essere passati di fianco a un suggestivo ruscello con tanto di piccoli ponti di legno, si arriva nella splendida Valle del Silenzio, un luogo davvero magnifico. Da qui s’imbocca sulla destra il sentiero CAI 335a che porta al Passo della Porticciola; da lì si può rimanere sullo stesso sentiero e arrivare direttamente allo Scaffaiolo, oppure andare verso il Corno con il sentiero 129. Una volta raggiunta la Croce, ci si dirige allo Scaffaiolo seguendo il sentiero CAI 00. Da qui si ridiscende sempre al Cavone sul sentiero CAI 329. Fino al Lago Scaffaiolo ci vogliono circa due ore e mezzo.

Monteacuto delle Alpi

Lo splendido e ben conservato borgo di Monteacuto sorge su un cucuzzolo a 915 metri di altitudine e conserva ancora una struttura tipicamente medievale. Dalle sue balconate si gode di una splendida vista sulle sottostanti vallate del torrente Silla da una parte e del torrente Baricello dall’altra.

Immancabile un sorso d’acqua pura alla fontana di Poli (colui che per primo portò l’acqua in paese) e, a seguire, una visita all’antico lavatoio “I Pozzi” (manufatto dell’800 in pietra serena ancora utilizzato dalle donne del paese). Nella parte alta del paese, raggiungibile solo a piedi, è situata la chiesa di San Nicolò, databile attorno al XVII secolo.

Castelluccio, il Castello dei Manservisi

Nel 1886, Alessandro Manservisi, allora proprietario di una delle più importanti sartorie di Bologna, acquistò il complesso dei conti Nanni-Levera e iniziò la ristrutturazione e l’ampliamento creando l’attuale assetto del castello, in stile gotico medievale, tipico esempio di quell’architettura romantica che fu di moda nell’ultimo trentennio del XIX secolo e agli albori del 900.

Alla sua morte dispose che il castello fosse destinato a sede della colonia scolastica che da lui ebbe vita e nome.

Nei mesi estivi si svolgono vari eventi, come mostre di fotografia o pittura, spettacoli e concerti. Il Castello Manservisi può anche essere utilizzato per matrimoni e feste.

Tresana, il Paese delle Ortensie

Il cinquecentesco borgo di Tresana (930 m. s.l.m.) è costituito da otto case immerse in un antico castagneto. Le case in sasso, i tetti a lastre di pietra, l’antica fonte lavatoio e i castagni secolari, danno a questo luogo un’atmosfera da favola.

Ma ciò che rende questo piccolo borgo unico sono le centinaia di ortensie rosa, azzurre, viola, piantate nel corso degli anni da Valerio Zanarini, che hanno reso questo paese un raro gioiello incastonato fra le montagne.

Alle spalle del borgo un antico castagno, completamente cavo, di oltre 400 anni, contiene una piccola cappella di montagna dedicata alla Speranza.

Da Pennola una strada sterrata conduce al Santuario di Madonna del Faggio. Lungo la strada, sulla sinistra, una stradina in salita vi condurrà al piccolo borgo di Tresana.

Santuario della Madonna del Faggio

Il santuario risale al 1772 (il suo nome era Madonna del Rio Scorticato, località in cui sorgeva) è immerso in una splendida faggeta e accanto a un piccolo torrente. È un luogo magico in tutti i periodi dell’anno, ma in autunno, quando i faggi si tingono di arancione, è di una bellezza straordinaria.

Si arriva a un punto in cui è necessario lasciare la vettura e proseguire a piedi per 15 minuti lungo un sentiero che si snoda nel bosco.

Gli itinerari di Barbara


Link interni:

La Valle del Reno – Prima parte

La Valle del Reno – Seconda parte

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