
Ponte di Tiberio (lato monte) visto dai bastioni. Sullo sfondo: Borgo San Giuliano.
È una delle antiche vestigia romane della città sopravvissute a due millenni di storia.
È il più interno e il più antico dei tre ponti che scavalcano il porto canale della lontana Ariminum [1].
Ha una bellezza solida, non ostenta particolari fasti né slanci architettonici.
Stretto e percorribile su ruote in un solo senso di marcia, è semplice, di pietra chiara d’Istria levigata per via dello strusciare millenario di infinite suole, di infinite ruote, di infinite mani che vi si sono sostenute.
È l’unica barriera alle imbarcazioni: oltre, l’umano piede non può avanzare neppure navigando.
È fiancheggiato da due parapetti alti che un poco impacciano la vista libera fra il Borgo San Giuliano e i bastioni del centro storico.

Ponte di Tiberio (Vista: lato mare).
Vecchio canuto, coi suoi paraocchi in gioco fra memoria e oblio, infonde un senso di quieto nitore, di immobilità sedimentata.
Ha un solo vezzo, come sovente hanno i vecchi: nelle giornate limpide, prima che cali il sole, cambia livrea per indossare i colori caldi del tramonto.
Gli conciliano il sonno, dice.
Laggiù, intanto, echi e bagliori di una città ‘marina’ che del dormire se ne infischia.
Ponte di Tiberio, bastioni, centro storico e invaso d’acque.
Stefania Ferrini
[1] Nel 268 a.C., alla foce del fiume Ariminus (oggi Marecchia), in una zona […] già abitata in precedenza dagli Etruschi, dagli Umbri, dai Greci, dai Piceni e dai Galli, i Romani “fondarono” la Colonia di Diritto Latino di Ariminum […] allo scopo di controllare e difendere nuovi territori, (conferendo) ad Ariminum il ruolo di stato autonomo, legato a Roma da trattati che ne regolamentavano il commercio, la difesa e i rapporti esteri. (fonte Wikipedia: Storia di Rimini)
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