Chissà quanti avranno pensato di farlo dopo L’anno che verrà. E chissà se Lucio Dalla sappia di essere lui, ora, l’amico “troppo lontano” a cui qualcuno vorrebbe raccontare questi tempi e gli anni che verranno.
Spiegare a chi non lo conosca chi era, anzi, chi è Lucio Dalla non è facile. È un po’ come se una “moscerina” tentasse di spiegare Com’è profondo il mare col rischio di affogare in due gocce d’acqua, o pretendesse di sapere in quali terre migrino Le rondini quando lasciano i nostri cieli, forse portando con sé il nostro fischiettare meditabondo, così come noi conserviamo il ricordo dei loro garriti.

“L’ombra di Lucio” sulla facciata della sua casa
Una moscerina che non sa neppure da dove partire per fare qualche esempio della sua vasta produzione musicale: rischierebbe di onorare una decina di canzoni penalizzando tutto il resto. Peraltro, quanti brani Lucio Dalla abbia scritto interamente di suo pugno e quanti in collaborazione con altri stimatissimi esponenti della musica italiana, la moscerina neppure lo sa con precisione e ciò la fa sentire ancora più piccola. Però…
… però, la moscerina potrebbe dire innanzitutto che a formare Lucio Dalla fu il Jazz. Che chi si educa al jazz non è mai uguale a sé stesso nemmeno nella vita, non esegue mai un brano esattamente allo stesso modo, ma lo ricrea un po’ ogni volta secondo l’ispirazione del momento e, così facendo, non si annoia e non annoia mai.
Perché chi fraseggia in musica, in parole e con lo scat conquista anche certe moscerine di 10 anni, facendole incollare alla radio, o davanti a uno schermo in bianco e nero, divertendole con delle ‘robe’ strane come Pafff… bum!, o come la ritmica marziale e folle di un buffo ometto che di sé racconta Quando ero soldato.
Allora ecco, la moscerina riuscirebbe a spiegare, con parole semplici, perché le sia sempre piaciuto Lucio Dalla: perché non la smetteva mai di sorprenderla, di divertirla. Perché le regalava struggimenti e ironia, canzoni mai banali e mai scontate, le infinite variazioni della musica che si fa gioco prezioso e allarga il cuore e la mente.
Così, fra una Piazza Grande e un “bambinello” non proprio canonico nato il 4 Marzo 1943, fra un Disperato erotico stomp e La sera dei miracoli, fra un inno a Nuvolari e lo stare ben benino Attenti al lupo, fra quei voli di rondini che ridisegnano Il cielo (chiedendosi magari Se io fossi un angelo) e un treno che non capisci mai se porterà con sé la Felicità (sai nell’attesa Quale allegria!), fra un volo sulla Washington postbellica di un futuro apocalittico e un abbraccio tenero di Anna e Marco, fra il chiedere a chi si ami Chissà se lo sai e, se non lo sa, fornire il proprio numero e dire okay, Telefonami fra vent’anni, la musica di Lucio Dalla ti accompagna nella Vita e ti fa crescere e ti trasforma, se non proprio in una splendida farfalla, in una moscerina che, della musica, ha fatto un ricco nutrimento anche per la sua vita. Passata, presente e Futura.
Ciao, Lucio, Tu non mi basti mai.

(dal web)

La Stella dedicata a Dalla sulla “Strada del Jazz” (Via Orefici)
Adesso basta sangue ma non vedi
Non stiamo nemmeno più in piedi, un po’ di pietà
Invece tu invece fumi con grande tranquillità
Così sta a me che debbo parlare fidarmi di te
Domani, domani, domani chi lo sa che domani sarà
Oh io non lo so quale Dio ci sarà io parlo e parlo solo per me
Va bene io credo nell’amore l’amore che muove dal cuore
Che ti esce dalle mani che cammina sotto i tuoi piedi
L’amore misterioso anche dei cani e degli altri fratelli
Animali delle piante che sembra che ti sorridono anche quando ti chini per portarle via
L’amore silenzioso dei pesci che ci aspettano nel mare
L’amore di chi ci ama e non ci vuol lasciare
Ok, ok lo so che capisci ma sono io che non capisco cosa dici
Troppo sangue qua e là sotto i cieli di lucide stelle
Nei silenzi dell’immensità
Ma chissà se cambierà oh non so se in questo futuro nero buio
Forse c’è qualcosa che ci cambierà
Io credo che il dolore è il dolore che ci cambierà
Oh ma oh il dolore che ci cambierà
E dopo chi lo sa se ancora ci vedremo e dentro quale città
Brutta fredda buia stretta o brutta come questa sotto un cielo senza pietà
Ma io ti cercherò anche da così lontano ti telefonerò
In una sera buia sporca fredda
Brutta come questa
Forse ti chiamerò perché vedi
Io credo che l’amore è l’amore che ci salverà
Vedi io credo che l’amore è l’amore che ci salverà.
Stefania Ferrini
I PERSONAGGI DI BOLOGNA BLOG
Link esterni:
Pafff… bum! (1966)
Quando ero soldato (1966)
Il cielo (1968)
Anidride solforosa (1975)
Nuvolari (1976)
Disperato erotico stomp (1977)
Il cucciolo Alfredo (1977)
L’anno che verrà (1979) Live
Futura (1980)
Washington (1984)
Chissà se lo sai (1985)
Stella di mare (1986)
Caruso (1986)
Felicità (1988)
Le rondini (1990)
Henna (1993)
Canzone (1996)
Domenico Sputo (2001)
“Yesterday” o “Lady Jane?” (2003)
Amore disperato (Iskra Menarini, dal musical Tosca – Amore disperato, 2003)
Amore disperato (Lucio Dalla e Mina)
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