Sestola
Sestola è situata nel Parco del Frignano ed è dominata dalla vetta del Monte Cimone (2165 m.), la più alta di tutto l’Appennino Settentrionale.
Denominata “La Perla dell’Appennino”, Sestola è la più importante località turistica invernale della regione per via della vicinanza alla stazione sciistica del Monte Cimone.
Il complesso più interessante da visitare è sicuramente la Fortezza o Castello, che ospita musei importanti tra cui quello degli strumenti musicali meccanici, uno dei pochi esistenti in Italia, e quello dell’Antica Civiltà Montanara.

Il borgo è classificato con Bandiera Arancione (marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano).
Lago della Ninfa
Il lago della Ninfa è un suggestivo e incantevole specchio d’acqua posto a quota 1.503 metri, alle pendici del Monte Cimone.
Il lago, circondato da boschi di faggi e di conifere che si riflettono nell’acqua, offre uno spettacolo unico in tutte le stagioni.


Cascate del Doccione
Se volete estendere l’escursione alle Cascate del Doccione, dovrete raggiungere Fanano e da lì, prendere l’unica strada che porta alla località i Taburri. Una volta lasciata l’auto nel parcheggio, basterà fare una breve passeggiata per raggiungere la cascata.


Se decidete di pernottare per un weekend sull’Appennino, un’idea potrebbe essere quella di prenotare uno chalet al Parco dei Castagni di Montecreto.

Il Ponte della Luna e il Ponte della Fola
In località Riolunato, una piccola deviazione vi condurrà all’antico Ponte della Luna, sul fiume Scoltenna.

Proseguendo lungo la Strada Provinciale 324, prima di Pievepelago, incontrerete il Ponte della Fola, un altro spettacolare ponte medievale che ha la particolarità di essere l’unico esempio noto di ponte di pietra a due arcate in tutta l’Emilia.

Fiumalbo
Il borgo medievale di Fiumalbo ha conservato intatto il centro storico, caratterizzato da piccole stradine, vecchi edifici in pietra, piazzette e voltoni, ma anche da antiche tradizioni.
Il primo giorno di marzo, a Fiumalbo, era conveniente recitare una filastrocca scaccia iella che diceva così:
“Oggi entra marzo, crepa la terra, sorte la bega da sottoterra, Dio ce salvi dalla bega, dalla femmena mandrega, dal can rabioso e da l’ommo invidioso”.

Sui muri di molte case, ancora oggi, è possibile vedere le Margolfe, entità paurose scolpite nella pietra arenaria, legate ad antiche credenze apotropaiche, che avrebbero tenuto alla larga la femmena mandrega e tutte le altre mostruosità che popolavano le montagne.





Fiumalbo fa parte dell’Associazione I borghi più belli d’Italia.
Le capanne celtiche
Da Fiumalbo, con l’auto imboccate via Velsurone. In località Doccia, si trovano circa venticinque costruzioni in pietra che presentano particolari facciate a gradoni e tetti coperti da lastre di arenaria: sono le cosiddette “capanne celtiche”.
L’origine antica (le capanne sono datate IV secolo a.C.) e la struttura particolare, consentono di ricondurle alla civiltà celtica, insediata nel nostro appennino dal X al III secolo a.C., proveniente dall’Europa centro settentrionale. Tuttavia questa attribuzione è molto controversa. Secondo alcuni, infatti, l’appellativo “celtico” sarebbe dovuto al fatto che la tecnica costruttiva è analoga alle antiche edificazioni dell’Irlanda, della Scozia e della Bretagna.

Si tratta di edifici a pianta rettangolare, in sasso e malta di terra, con le facciate a gradoni e il tetto protetto da lastre di arenaria chiamate “penne”, caratteristiche di queste zone.
Le capanne “celtiche” si sviluppano su due piani: quello inferiore a uso stalla e fienile, mentre quello superiore a uso abitativo. Per raggiungere il primo piano non occorrevano scale perché la struttura era costruita a ridosso dei pendii, in modo tale da avere l’accesso alla “casa” direttamente dal versante del monte.
Lago Santo (modenese)
Il Lago Santo è un piccolo lago di origine glaciale, posto a quota 1501 metri, incastonato nel verde dei boschi ai piedi del monte Giovo.

Se come me amate gli alberi monumentali, vi segnalo l’olmo di Casa Mordini (località che incontrerete lungo il tragitto per il lago), che è l’esemplare più vecchio d’Italia.

Gli itinerari di Barbara
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