Itinerario nella Terra dei Castelli (Modena)


La Rocca Rangoni a Spilamberto

La costruzione delle sue mura risale all’inizio del XIII secolo. L’impianto quadrilatero con torri angolari fu realizzata dopo la concessione del feudo ai Rangoni da parte degli Este di Ferrara, nel 1353. La Signoria dei Rangoni controllerà il feudo di Spilamberto fino all’arrivo di Napoleone, per oltre 650 anni.

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Un primo appartamento signorile risale alla fine del ‘400, con Nicolò Rangoni che vi risiedeva con la moglie Bianca Bentivoglio. Dal 1650 al ’60 la rocca si riqualifica con il marchese Guido Rangoni, che rialza il settore a nord, costruisce la galleria, lo scalone e la sequenza di sale al piano nobile, e decora con dipinti gli interni e le facciate. Nel ‘700 viene aggiunto un balcone al torrione d’ingresso.

Nel 2005 la Rocca è stata acquistata dal Comune di Spilamberto, che ha riportato all’originaria bellezza il Cortile d’Onore che ora ospita la Corte del Gusto, luogo di valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche. Inoltre, parte degli ambienti della Rocca sono stati destinati al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto.

Il borgo di Castelnuovo Rangone        

La torre civica di Castelnuovo Rangone, detta Torrione, risale al ‘400 ed è ciò che resta della Rocca Rangoni sorta qui nel X secolo. Fu costruita come posto di guardia delle mura che circondavano il castello, il cui tracciato è ancora visibile.


1200px-Castelnuovo_RangoneL’antico castello di proprietà dei Pico della Mirandola, nel 1391, passa alla famiglia Rangoni che vi risiederà per ben quattro secoli. Nell’odierno castello, ricostruito dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, oggi si trova la sede del Municipio.

Davanti al Torrione, nel 1997, è stata posta una statua in bronzo raffigurante un maialino che corre, vero e proprio simbolo dell’economia del paese. La lavorazione delle carni suine è, infatti, la maggiore risorsa di Castelnuovo che vanta un posto nel Guinness dei Primati grazie alla festa popolare del Superzampone, appuntamento fisso di ogni prima domenica di dicembre.

Il Castello di Formigine

Un’importante tappa nello sviluppo di questo insediamento fu la fortificazione del luogo, che avvenne nel 1201, anno in cui il Comune di Modena decise di assicurarsi il controllo del territorio per contrastare il rivale Comune di Reggio Emilia.

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Con l’arrivo dei Pio, signori di Carpi, dal 1405 il castello assunse l’aspetto che conserva ancora oggi. Questa signoria trasformò la fortificazione in castello-residenza, con il palazzo signorile e il parco interno inseriti in una cinta muraria munita di quattro torri angolari e di un corpo di guardia.
Nel 1599, il castello passò alla famiglia d’Este che, nel 1648, lo diede in feudo ai Calcagnini, i quali vi rimasero per tre secoli.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Formigine e la sua rocca furono duramente colpite dai bombardamenti aerei. Nel 1946, il castello fu acquistato dall’Amministrazione comunale per trasformarlo nella nuova residenza municipale. Il castello ospita anche vari eventi.

Il parco interno al castello si presenta come una rigogliosa arena verde, dove le antiche torri fungono da scenografico fondale e dove è possibile visitare l’area archeologica che conserva i resti dell’antica Pieve di San Bartolomeo e le tracce dell’annesso cimitero medievale.

Castello di Montegibbio

Il Castello di Montegibbio sorge alla sommità di uno dei rilievi collinari che circondano Sassuolo. Cinto da un romantico parco all’inglese, è un complesso castellano di origini medievali molto suggestivo.

Le prime fortificazioni risalgono probabilmente all’inizio del X secolo. Il castello di Montegibbio appartenne a Bonifacio di Toscana e a sua figlia Matilde di Canossa. Dal ‘300 all’800 ci furono vari passaggi di proprietà (tra cui gli Este) e subì diversi rifacimenti.  Ora il castello con l’annesso parco è proprietà del Comune di Sassuolo.

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L’impianto del fortilizio è quello di un castello-recinto. Attraverso un portale in pietra arenaria e laterizio si accede al borgo disposto attorno alla corte chiusa, su cui si affacciano l’imponente Mastio medievale, che conserva l’originario portale sopraelevato, il Palazzo signorile e la chiesa di San Pietro. Nei fabbricati rustici è stata inaugurata nel 2003 l’Acetaia comunale di Sassuolo.

Attualmente è possibile visitare il parco, la corte e l’Acetaia Comunale, mentre il palazzo è chiuso al pubblico in attesa di restauro.

Le Salse di Nirano

Le Salse sono emissioni di fango freddo, prodotte dalla risalita di acqua di origine marina, frammista a idrocarburi, principalmente gassosi (metano) e, in piccola parte, liquidi (petrolio) che, venendo in superficie attraverso faglie e fratture del terreno, ne stemperano le argille dando luogo alle tipiche formazioni a cono, i cosiddetti ‘vulcani di fango’.

Il nome ‘Salsa’ deriva dall’alto contenuto di sale delle acque fangose, ricordo di quel mare che fino a un milione di anni fa occupava l’attuale Pianura Padana.
Le Salse sono considerate fenomeni ‘pseudovulcanici’, poiché hanno caratteristiche simili ai vulcani, ma hanno origini completamente diverse, non essendo collegate al magma ed essendo assolutamente fredde.

Il Castello di Levizzano Rangone

Il Castello di Levizzano, alla fine del IX secolo, si presentava come un semplice insediamento fortificato al centro del quale sorgeva la Torre Matildica, che aveva funzioni di avvistamento e luogo di comando, ma anche di dimora dei Signori del castello.
Nel XII secolo il complesso fu restaurato e ampliato; in particolare, accanto alla torre, fu eretta una parte del Palazzo feudale, destinato ad essere ingrandito attraverso vari interventi successivi e che divenne la dimora principale della famiglia Levizzani.
Nel XIV secolo il castello passò alla famiglia dei Rangoni.
Intorno al XVI secolo, assunse sempre più importanza la funzione residenziale e il Palazzo signorile subì importanti trasformazioni.

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Lo skyline del borgo

Sempre all’interno della cinta muraria è ubicata una cappella dedicata ai SS. Adalberto e Antonino, ora sconsacrata.

Le colline lungo il percorso da Levizzano Rangone a Castelvetro sono ricoperte di vitigni che, in questo particolare periodo dell’anno, si tingono di rosso amaranto e rendono il paesaggio incantevole.

Il borgo di Castelvetro      

Il borgo fortificato di Castelvetro presenta un aspetto pittoresco, con un profilo caratterizzato da torri e campanili.

Nella Piazza Roma si affacciano il Palazzo Rinaldi (sede del Municipio), la Torre dell’Orologio e la Torre delle Prigioni. Negli anni Cinquanta, al centro della piazza, fu realizzata una pavimentazione con un motivo a scacchiera dove ogni 2 anni (anni pari), nel mese di settembre, si gioca la famosa Dama Vivente.

Palazzo Rangoni, di epoca feudale, si trova nel retro della piazza.

Dal 1994, data la forte vocazione vitivinicola del territorio, Castelvetro è Città del Vino. Nelle colline circostanti si coltiva il Lambrusco, la vite da cui si produce la qualità Grasparossa.
Dal 2003 il borgo è Bandiera Arancione (marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano).

La Rocca di Vignola        

Nessuno storico ad oggi è riuscito a capire la data esatta di edificazione della Rocca, che si presume essere stata fondata alla fine del XII secolo.

Nel 1401 Niccolò III d’Este di Ferrara diede in dono il feudo di Vignola al nobile Uguccione dei Contrari, che lo trasformò in raffinata dimora signorile, ricca di decorazioni e affreschi. Estinta la dinastia dei Contrari, la rocca passò nel 1577 ai principi Boncompagni Ludovisi, che ne furono proprietari fino alla metà del secolo scorso.

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La rocca si sviluppa su cinque piani, e ha tre torri angolari. Al piano terreno si aprono le sale riservate alla rappresentanza e alla vita di corte: banchetti, feste, musica, teatro, amministrazione della giustizia. Il primo piano era invece dedicato al privato, agli appartamenti dei signori e dei loro ospiti.
Al livello superiore sono le stanze probabilmente utilizzate per gli alloggi della servitù, alle truppe di stanza alla Rocca e ai locali di servizio.

La Rocca è visitabile tutti i giorni escuso il lunedì.

Vignola è famosa anche per le ciliegie, prodotto a Indicazione Geografica Protetta (IGP). Nei primi giorni di aprile di ogni anno la valle del Panaro offre al turista la fioritura dei ciliegi.

Il borgo di Savignano sul Panaro

All’interno del borgo medievale spiccano i resti del Castello di Savignano, noto fin dal 1026, la cui struttura è dominata da una torre in sasso: un tempo dotata di ponte levatoio, era un vero e proprio ingresso.

Al Castello si accede da via Crespellani, pavimentata in ciottoli di fiume, via che si snoda attraverso il borgo fino alla Chiesa Parrocchiale.

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Il corpo delle antiche case termina con la torre detta Torre del Cappellano, una delle torri a presidio dell’antica cinta muraria.

Gli itinerari di Barbara


Link esterni:

Rocca di Vignola

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5 comments

  1. come sempre ottimo reportage belle foto e commento sintetico ed esaustivo

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  2. Tutto molto interessante, giro sempre da quelle parti senza il tempo di fermarmi, magari questa lettura mi indurrà a concedermi più tempo una volta o l’altra.
    Le salse di Nirano, in particolare, mi attraggono molto, i miei amici passano a trovarmi nell’andarle a vedere e io non le ho mai viste…
    Intanto posso dire che un vostro articolo di qualche tempo fa mi ha indotto ieri a fare un giro all’Arboreto del Pilastro a Bologna, anche lui molto spesso vicinissimo a me (ovviamente non parlo della stessa abitazione) ma visto solo una volta tanti anni fa. È cresciuto parecchio… ci ho incontrato una amica con cui non chiacchieravo da anni e siamo tornate a casa insieme, è stata una cosa meravigliosa di cui ringrazio anche voi.
    Se non ne parlavate avrei preso in’altra direzione e non l’avrei incontrata.

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    • Ottima notizia, Anima Silvae! Il nostro obiettivo è proprio quello di invogliarvi a scoprire e, meglio ancora, riscoprire i luoghi con uno sguardo sempre nuovo. Ieri era una bellissima giornata novembrina e anche il centro storico era incantevole, pieno di turisti fra cui anche noi. Turiste alla riscoperta della propria città. Una meraviglia.

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