Chiostro VII, Tomba Montanari, 1891. Il Verismo di Diego Sarti già prelude al Liberty.
La Certosa di Bologna è il più grande complesso monumentale della città, un immenso museo a cielo aperto tutto da scoprire e riscoprire ogni volta che si torna ad apprezzarne gli innumerevoli monumenti fra chiostri, loggiati, sale, corridoi, interrati, porticati e zone a verde. È una rassegna di opere d’arte ricche di storia e di storie, umane e urbane, studiate sui banchi di scuola come, ad esempio, quella dell’esploratore Pellegrino Matteucci immortalato su una pelle di leone, o sconosciute e rese celebri da un affresco, un monumento, un cippo, un’epigrafe altisonante, magari frutto dei sacrifici di un’intera vita come fece il fabbro comunale Gaetano Simoli.
Chiostro V o ‘Maggiore’. Tomba Pellegrino Matteucci, 1882, di Carlo Parmeggiani, autore anche della statua di Ugo Bassi, nella via omonima del centro urbano. Sotto: Il ricordo delle avventure africane di Matteucci.
Sotto: Chiostro VII, Tomba Simoli, 1895, opera di Tullo Golfarelli diventata simbolo dell’esaltazione del lavoro e della lotta di classe.
Anticamente il sito era una necropoli etrusca. Gli splendidi reperti emersi dagli scavi archeologici tra il 1869 e il 1873 sono esposti nel Museo Civico Archeologico di Bologna.
Situla cineraria etrusca (VI a.C.).
(Foto: storiaememoriadibologna.it)
Dal 1801, sotto il dominio giacobino di Napoleone Bonaparte, divenne il cimitero unificato della città, ampliandosi per addizioni intorno al monastero certosino del 1334 da cui prende il nome. Non più quindi tombe di famiglie aristocratiche all’interno delle chiese e piccoli cimiteri al loro esterno per i meno abbienti, ma un’ampia zona extraurbana a poca distanza dal centro storico da dedicare al culto della memoria. Culto che riprese particolare vigore nella Poesia, nella Letteratura e nell’Arte per tutto il periodo dell’Illuminismo e del Neoclassicismo (XVIII sec.) e che proseguì nei secoli successivi attraverso le continue innovazioni e rivisitazioni degli eccellenti artisti a cui furono commissionate le opere.
Numerose figure femminili dolenti, spesso velate, caratterizzano la scuola bolognese della celebrazione del dolore rendendola unica ed esemplare per gli artisti che si ispirarono a vicenda e che replicarono più volte la propria arte in Certosa, fra progetti architettonici e raffigurazioni plastiche.
Molti i compianti per i cari perduti, particolarmente toccanti quelli per le morti premature dei figli, ‘quadretti’ di famiglia, celebrazioni di mestieri, allegorie pregne di raffigurazioni simboliche per esaltare le qualità umane e professionali dei defunti, affreschi del periodo napoleonico, purtroppo più esposti al deterioramento e, in seguito, basso- e altorilievi, figure a tutto tondo in costosi marmi o in materiali più economici, ma di grande resa plastica come gesso e stucco, e poi bronzo, ferro battuto, mosaici, rame… Tutte le correnti artistiche degli ultimi duecento anni sono rappresentate in Certosa attraverso incantevoli opere di ispirazione rinascimentale, veriste, neoclassiciste, liberty, déco, razionaliste.
Col tempo l’Arte si modifica passando dalla più minuziosa cura per il dettaglio del Verismo, così ben espresso nelle opere di Carlo Monari, protagonista assoluto della corrente verista bolognese, a una più asciutta rappresentazione del sentimento. Splendidi esempi di entrambe le correnti sono quelli del ticinese Vincenzo Vela con i suoi due capolavori messi a confronto: la statua di Gioacchino Murat (1864, Sala del Colombario) eretta sulla tomba della figlia Letizia, e la Desolazione per la tomba della famiglia Gregorini Bingham (1891, Chiostro III).
Gli onori della città ai suoi caduti nelle guerre…
… e quelli ai suoi poeti, pittori, musicisti, politici, imprenditori …
Sarcofago attualmente in fase di studio (fra Campo Carducci e Campo Ospedali)
Abbiamo scelto alcune immagini consapevoli di fare torto a tutto ciò che resta ancora da dire sui 25 ettari (!) della Certosa per tre principali motivi:
– l’esigenza di sintesi del nostro blog
– l’impareggiabile fonte di informazioni a cui potete attingere, per soddisfare ogni curiosità, grazie al portale www.storiaememoriadibologna.it/certosa
– l’auspicio di invogliarvi a visitarla e rivisitarla scoprendo, ogni volta, quanto altro ci sia sempre da scoprire…
Il recupero e la valorizzazione del cimitero monumentale cittadino, avviato a partire dal 1999 attraverso molteplici iniziative, ha suscitato un interesse e un consenso crescenti, fino ad arrivare all’esplicita richiesta, proveniente da più parti, di uno strumento utile a quanti intendano visitare la Certosa in autonomia […]
(Introduzione alla Guida Certosa di Bologna, Arte Storia Memoria, pag. 6, ed. Minerva, 2016).
Il “Progetto Certosa”, nato nel 1999 per valorizzare e recuperare il più grande complesso monumentale di Bologna (Guida Certosa di Bologna, pag. 8, ed. Minerva, 2016), promuove dal 2009 numerose iniziative fra visite guidate diurne e notturne, spettacoli itineranti, rappresentazioni teatrali e visite guidate a tema (v. link in calce).
Cliccare sulla mappa per una migliore risoluzione e ulteriori informazioni
(PDF stampabile)
Stefania Ferrini
Link esterni:
La Certosa (storiaememoriadibologna.it)
Carlo Monari, scultore (1831-1918)
Il realismo romantico di Vincenzo Vela, scultore (1820-1891)
Pasquale Rizzoli: dal Realismo al Liberty (1871–1953). (video: Roberto Martorelli)
Campo Carducci (video: Roberto Martorelli)
La Certosa. Un palcoscenico per l’arte e la storia (video)
Associazione amici della Certosa
La Certosa di Bologna di Bruno Severi
E una bella iniziativa
"Mi piace""Mi piace"
Molte grazie per l’apprezzamento!
"Mi piace""Mi piace"